Ogni Community Meeting è l’occasione per incontrare coach professionisti che condividono la grande passione per il coaching in un ambiente stimolante e produttivo, come è stata “La Limonaia di Villa Torlonia” a Roma. La meravigliosa giornata di sole ha favorito il pranzo all’aperto e i lavori di gruppo del pomeriggio, con coach provenienti da nord a sud.
Protagonista del tema di quest’anno è stata l’intelligenza in tutte le sue forme, arricchita dalle riflessioni sull’intelligenza artificiale.
Nelle settimane precedenti, la mia curiosità è stata alimentata dalla bellissima foto del manifesto dell’evento creata proprio con l’intelligenza artificiale dal nostro Maurizio Goetz, che mi ha ricordato la rappresentazione dell’energia Kundalini nella classica posizione “yoga”, rivisitata in chiave moderna e futuristica, che sprigiona – come nelle classiche rappresentazioni indiane – l’energia divina quiescente in ogni individuo. Da essa si dipana un’immagine sopra la figura principale, a rappresentare le tante intelligenze descritte da Howard Gardner, protagoniste dei nostri lavori del pomeriggio. Gli interventi dei tre relatori hanno offerto stimoli che mi hanno accompagnato nei giorni successivi, dandomi la spinta e la voglia di approfondire alcuni temi importanti.
Il titolo del CM di quest’anno era “Inter-legere: intelligenze come risorse”.
Oggi, la stragrande maggioranza delle aziende strutturate ha adottato strumenti di intelligenza artificiale. Diverse aziende hanno inserito investimenti importanti nei piani industriali per un utilizzo sempre maggiore e con strumenti sempre più efficaci per la produttività.
Uno studio di Harvard Business Review rivela che nelle aziende l’utilizzo dell’IA generativa per compiti secondari è raddoppiato negli ultimi sei mesi al fine di liberare tempo ed energie per attività strategiche.
La direttrice HR di Microsoft Italia Angela Paparone sostiene che l’elemento centrale di utilizzo della IA in azienda consiste proprio nella valorizzazione del sapere umano e delle persone.
Non a caso è stato coniato il termine Copilot per il tool di Microsoft 365 trattandosi di un vero copilota in grado di supportare l’uomo nell’esecuzione di molteplici compiti con grande rapidità ed efficacia.
E evidente che compito dei leader sarà far percepire il grande cambiamento in atto, che richiede un nuovo mindset delle persone, con un reskilling per acquisire nuove competenze.
Per allargare i miei orizzonti sul tema, ho ascoltato con molto interesse i tre relatori di quest’anno al CM. Ognuno ne ha parlato in modo diverso, ma con alcuni denominatori comuni, come rischi, limiti e opportunità.
L’intervento di Elvis Mazzoni, professore all’Università di Bologna, mi ha fatto comprendere come “gli strumenti ci trasformino; l’uomo crea strumenti e cambia l’ambiente”.
Mazzoni ritiene che l’intelligenza artificiale sia molto più umana di quanto sembri e che per svilupparsi abbia bisogno dell’uomo e aggiunge che “facile e difficile non esistono, esistono cose che abbiamo imparato a fare e altre no. I problemi esistono solo quando non ci sono soluzioni”… questa me la gioco in azienda!
In un altro esempio fatto da Mazzoni, ChatGPT non è riuscita a risolvere un indovinello che richiedeva creatività, empatia e pensiero laterale. Ecco che qui entra in gioco un concetto “rassicurante” per l’essere umano: l’IA ha difficoltà nel supportarci nell’intelligenza fluida perché non riesce ad affrontare problemi nuovi, mentre ci aiuta nell’intelligenza cristallizzata. Di intelligenza fluida e cristallizzata si parla nel saggio di Arthur C. Brooks “La seconda onda”, che ho letto qualche mese fa, in cui il tema principale è come sviluppare al meglio la propria carriera nella seconda parte della vita lavorativa, un tema che ho sentito molto vicino negli ultimi tempi.
Ecco dove l’IA aiuta l’uomo, a mantenere vive le competenze che già possiede e a migliorarle acquisendone di nuove.
L’IA è uno strumento straordinario nella capacità di calcolo, nell’applicazione di conoscenze acquisite a problemi attuali, ma non è in grado di generalizzare perché non impara dall’esperienza.
“Se ci aspettiamo che una macchina sia infallibile, essa non può essere anche intelligente” aveva detto Alan Turing.
Nel secondo coinvolgente intervento, Assunta Corbo, giornalista e autrice, ci ha parlato di “empatia digitale” e di come essere autentici nella nostra comunicazione scritta.
Corbo ha evidenziato come la gentilezza e la gratitudine nella comunicazione professionale migliorino l’ambiente di lavoro e non solo; e questo è un tema spinoso nelle aziende.
“Le sfumature sono il nostro super potere” ed è importante che ciascuno di noi rifletta su come facciamo sentire le persone utilizzando un linguaggio appropriato e assumendoci la responsabilità della nostra comunicazione.
Nell’ultimo intervento, il prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna si è interrogato: “Chi è il coach?” e ha sostenuto l’idea che il coach è la figura capace di mettere in armonia la razionalità e l’emozione; e come tale, sarà sempre più una figura di spicco nel favorire l’allineamento delle diverse risorse strategiche aziendali.
Scorrendo il flusso delle emozioni e dei confronti avuti con i colleghi, ho maturato alcune riflessioni.
Qualcuno ha definito l’intelligenza artificiale come una rivoluzione molto simile a quella industriale.
Chi non si adatta perderà terreno molto velocemente e le conseguenze sono ad ogni livello.
Pensiamo alle ripercussioni dell’AI generativa in ogni sua forma e applicazione sul marketing. I vantaggi sono enormi e gli accessi da parte delle aziende illimitati in termini di:
- risparmio di tempo
- ottimizzazione delle risorse
- possibilità di dedicarsi ad attività ad alto valore aggiunto
Il tema è tecnologico, ma strettamente legato, credo, alle soft skill più che alle hard… e in questo caso noi coach possiamo fare la differenza.
C’è bisogno di una nuova leadership che amalgami cuore e mente; cuore e mente sono quello che ci serve per evolvere nel cambiamento.
Terminato il Community Meeting, mi fermo a riflettere su cosa ho trovato, cosa mi porto a casa e cosa fare di tutti gli stimoli ricevuti e vissuti in una intensa giornata di grande scambio.
Ho trovato un forte senso di comunità, c’era la voglia di incontrarsi e condividere, di scoprire cose nuove. Ho trovato leggerezza, ho trovato accoglienza e partecipazione.
Senso di appartenenza e voglia di lavorare insieme, per un futuro ancora tutto da costruire, ma già ben avviato.
Ho ascoltato e vissuto tutti gli “stargate” che si sono aperti durante gli interventi, le domande, gli scambi tra colleghi. Ho scoperto qualcosa in più di me, cosa mi manca, cosa voglio approfondire, e cosa mi piace della professione che pratico.
Mi concentro sulle azioni, su ciò di cui ho bisogno oggi, come e dove trovarlo. Mi sento in movimento e provo una forte spinta verso il futuro e tanta voglia di fare e di imparare.
Autore: Salvatore Bauleo, Cpc GenerAttiva