Quale intelligenza fa per te? Tutte!

Quale intelligenza fa per te? Tutte!

Interlegere: Diverse Intelligenze per Crescere – Riflessioni dal Community Meeting CPC 2024 di Alessandro Gianni

Ieri mi stavo preparando ad un incontro di coaching con uno dei miei clienti… È una persona sensibile, capace di dare una direzione e decidere, ma anche di farlo tenendosi in contatto con le persone del suo team, di ascoltare; insomma, qualcuno capace di combinare diverse forme di intelligenza. E allora mi è tornato in mente il Community Meeting della Comunità di Pratica di Coaching.

Il tema era proprio quello delle diverse forme di intelligenza che noi tutti mettiamo in campo nei vari contesti. Qualche volta di più, qualche altra di meno…  😉

Eravamo circa 60 coach provenienti da tutta Italia, a Roma, a Villa Torlonia, con il suo bellissimo parco, il 30 settembre scorso (2024).

Al mattino ha aperto Paolo Marinovich, il nostro Presidente, seguito da Mariarita Costanza e Francesca Turrisi, per inquadrare la giornata e illustrare le nuove partnership con Everywhere e LUMSA Human Academy. A seguire Elvis Mazzoni (UNIBO) ci ha proposto le sue riflessioni sul potenziale che l’intelligenza artificiale ha nel supportare le nostre varie “intelligenze umane” e sui limiti da tenere presenti.

Ma il collegamento che mi è tornato in mente riguardo al mio cliente, di cui dicevo all’inizio, è quello con l’empatia digitale, di cui ci ha parlato Assunta Corbo (giornalista, autrice di “Dire, Fare… Ringraziare” e promotrice del giornalismo costruttivo).

Già, perché una delle cose che quel mio cliente-coachee sa fare bene è proprio scrivere mail, messaggi, testi di tutti giorni che risultano autentici, efficaci e diretti, senza perdere le giuste sfumature che a volte sono essenziali per generare – appunto – la sensazione di essere capiti dall’altro.

Come diceva anche Assunta nel suo intervento, se riusciamo a veicolare gentilezza e gratitudine nella nostra comunicazione, miglioriamo sia l’ambiente di lavoro che la relazione con noi stessi e con gli altri. Può sembrare ovvio, ma poi quanto è praticato? In un’epoca in cui la comunicazione digitale è veloce e spesso superficiale, l’empatia diventa un elemento essenziale per costruire relazioni vere. Il test suggerito da Assunta per verificare se stiamo facendo un uso consapevole delle parole nella nostra comunicazione scritta digitale è molto semplice: abituiamoci a domandarci “glielo diremmo così, vis-à-vis?”

C’è una responsabilità da prendersi – o da lasciare ad altri – nel modo in cui comunichiamo, no? E qui, a proposito, ne approfitto per ringraziare anch’io Assunta per essere venuta a trovarci!

Poi è arrivato il Professor Stefano Zamagni, che insegna a Bologna e anche alla Johns Hopkins, ed è un pioniere dell’economia civile. Ci ha parlato di alcune cose fondamentali, tra l’altro facendomi scoprire il libro di Benedetto Cotrugli “L’arte de la mercatura”, praticamente il primo manuale di business coaching della storia, pubblicato nel 1458.

Il concetto che mi ha colpito è quello che il coach ha un ruolo peculiare, quello di promuovere e sostenere la combinazione armonica di intelligenza razionale e intelligenza emotiva, ma anche quello di aiutare l’imprenditore e il professionista a creare ambienti di lavoro anch’essi armonici, che tengano insieme il giusto profitto con il senso e il fine di quello che si fa. È questo il concetto di “decent work”, promosso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro per garantire condizioni lavorative che rispettino la dignità umana.

Questo tema – ossia come, ad un certo punto del proprio percorso professionale, ritrovare armonia tra guadagno e senso di quello che si fa – era appunto il motivo per il quale il cliente-coachee di cui vi dicevo all’inizio mi ha ingaggiato come Coach: mettere insieme le nostre intelligenze naturali e anche una certa dose di intelligenza artificiale, che lo sta aiutando a sistematizzare le riflessioni che emergono durante il percorso. Obiettivo: riprogettare il suo percorso professionale.

Al Community Meeting di Roma, dopo la mattinata di presentazioni e riflessioni, il pomeriggio è stato dedicato all’azione e alla sperimentazione pratica.

Il concetto di ”armonia” introdotto da Zamagni risuonava con le attività previste per 6 gruppi di lavoro tematici. Ogni tavolo era infatti associato ad una diversa dimensione secondo il modello delle intelligenze multiple di Howard Gardner, per sperimentare come trasformare in pratiche di coaching gli spunti della mattinata. È stato particolarmente interessante vedere come il tavolo sull’intelligenza musicale ha tradotto il concetto di armonia in strumenti concreti per il lavoro con i team, esplorando come ritmo e musicalità possano diventare metafore per il cambiamento organizzativo. Il gruppo sull’intelligenza intrapersonale ha sviluppato un framework per aiutare i coachee a bilanciare razionalità ed emozioni nelle loro scelte personali. E il tavolo sull’intelligenza interpersonale ha dato prova concreta di creatività componendo una vera e propria canzone come sigla dell’evento – poi prodotta con l’aiuto di una nota app di AI generativa, a dimostrazione di come le diverse forme di intelligenza possano davvero integrarsi in modo armonico.

Che dire in conclusione? Il Community Meeting è stato un’occasione preziosa di crescita e interconnessione; perciò ora il suo vero valore dovrà emergere nella continuità degli scambi e delle relazioni che abbiamo attivato. Abbiamo tutto il potenziale che ci serve come associazione e come singoli professionisti; e le opportunità di sperimentazione, apprendimento e collaborazione sono lì per tutti.

Ci vediamo alla prossima occasione?

Autore: Alessandro Gianni, Cpc 5 Milano

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