Tra Società Benefit, B Corp e Coaching
Nell’ambito dell’attività di Train the Coach la CPC Sistemica nell’incontro di giugno ha invitato come relatore Gaia Corazza, coach MCC ICF, docente Luiss e fondatrice di Generativa srl, società Benefit e B Corp, la cui ragion d’essere sta nel facilitare e accompagnare persone, organizzazioni e imprese nei processi di trasformazione.
Il titolo dell’incontro “Come possiamo tessere l’umano nell’ordito delle imprese” racchiude il percorso sui temi di cui è pioniera.
Noi di CPC Sistemica ci siamo entusiasmati del tema, per l’intensità trasmessa da Gaia e i contenuti presentati. E mentre ci chiedevamo come condividere in Associazione l’esperienza… Rossella Fava, di CPC Bologna, che è stata ospite all’incontro, ne ha scritto su LinkedIn.
Così, come è tipico delle nostre comunità, si attiva lo scambio e l’arricchimento!
La testimonianza
Riportiamo sotto la testimonianza di Rossella che evidenzia cosa ha ispirato in lei questa esperienza.
“La prima volta che ne ho sentito parlare: “ah, esiste”.
La seconda volta “ah, ce n’è”
La terza volta ho deciso che quelle due parole avevano una storia da esplorare, e portavano un messaggio.
Società benefit. Impresa che rinuncia, almeno parzialmente, alla massimizzazione del profitto, destinando una quota dei profitti (o degli utili) al bene comune.
Beh, già questo basterebbe per rimettere in discussione tanto di ciò che ascolto ogni giorno nelle aziende, riguardo al mercato, sul fare impresa.
Ma intanto, ecco da dove proviene quella risonanza così forte che sento in queste due parole, il loro Perché è identico al mio: bene comune.
Non sono evidentemente Wonderwoman, ma questa è l’idea da cui più mi piace lasciarmi ispirare: che un gesto quotidiano, una scelta professionale, una domanda cruciale – piccolissime varianti nel cosmo – possano avere in realtà un impatto illimitato, generando benefici che si propagano anche lontani da me nello spazio e nel tempo.
Da una conversazione di alcuni giorni fa con Gaia Corazza mi son portata via altre due parole che mi sono sembrate più concrete, in un certo senso più operative: postura benefit.
Un’immagine buffa si è materializzata davanti ai miei occhi: la silhouette tipicamente egiziana con un braccio rivolto indietro e l’altro avanti.
Perché la postura benefit me la immagino così, come la ricerca intenzionale e simultanea di una restituzione e di un impatto positivo e sostenibile.
Restituire perché davvero ho ricevuto tanto, tantissimo dalle generazioni precedenti (una Costituzione, una lingua meravigliosa, Roma e Bologna che mi hanno accolta e avvolta, il cinema) e impegnarmi perché altri possano dire lo stesso in futuro nelle organizzazioni per le quali lavoro da mesi o dopo una singola conversazione, in una video Zoom, in treno.
Il mio sogno è di crearla sul serio, prima o poi, una società benefit. Intanto, come libera professionista faccio del mio meglio per prendermi cura: delle conseguenze, dei valori, del benessere umano, di ogni opportunità rilevante che porta messaggi dal futuro.”